07 Settembre 2016 – Sindaco Appendino: pro o contro chi va in guerra ad uccidere?

Ha fatto scalpore la notizia riportata sui media nazionali lunedì 5 settembre:

Davide Grasso, un uomo di 36 anni, ricercatore universitario, contestatore NO TAV e noto latitante ricercato dalle autorità italiane è nel nord della Siria tra le fila delle YPG (le brigate dell’esercito curdo che combattono contro le forze dell’ISIS ndr) un gruppo combattente inserito nell’elenco delle organizzazioni terroristiche dalla Turchia; in quel video Davide Grasso, con un kalashnikov in mano, intima al presidente del Consiglio italiano di intervenire contro la Turchia”.

 

Premesso che chi combatte l’ISIS e il radicalismo islamico ha tutto il nostro supporto, così come lo ha chi ha il coraggio di scelte come questa in prima persona, riteniamo che a prendere parte alle guerre, che piaccia o meno, debbano essere gli Stati o meglio ancora le organizzazioni internazionali come l’Onu.

 

Quel che però ci preoccupa, e ci spaventa, è che Davide Grasso proviene da una realtà fuori controllo, quella del centro sociale abusivamente occupato Askatasuna di Torino, un luogo in cui è stata accertata la presenza di droga (coltivazione di marijuana), in cui si fa commercio abusivo di alcolici, in cui vige l’abuso edilizio, l’assenza totale di rispetto delle regole sociali, si incita alla disobbedienza e si giustifica la violenza. Il tutto attraverso il timido, impaurito – e consolidato nel tempo dall’amministrazione dell’ex Sindaco Piero Fassinobenestare dell’amministrazione comunale.

 

E quel che riesce a farci indignare ancora di più è che proprio ora, o meglio solo ora, i rappresentanti di quell’amministrazione che ha consentito tutto ciò hanno l’arroganza di chiedersi dove sia il Comune in questo momento… cosa voglia fare la Sindaco Appendino per porre un freno all’arrogante presenza di delinquenti all’interno di un locale di proprietà comunale.

 

A porre questi quesiti, o provocazioni di bassa lega è il senatore PD Stefano Esposito che si dice “preoccupato” che dall’Askatasuna partano persone intenzionate ad utilizzare un mitra per provocare morte … Ma Esposito si è preoccupato ora, e non capiamo perché non lo sia stato negli ultimi venti anni quando a guidare la città c’era il suo partito…

 

Onestamente, diciamolo, Davide Grasso – l’antagonista No TAV, ricercato, latitante, violento comunista2.0 che dir si voglia – si contrappone a persone che compiono continui massacri, responsabili dello stupro di migliaia di donne, che decapitano i bambini iracheni che ascoltano musica rock, che hanno riempito di 15.000 cadaveri le fosse comuni in tutta la Siria.

 

Indubbiamente Davide Grasso combatte contro il male assoluto del nostro tempo: la violenza figlia del fondamentalismo islamico; ma lo fa per tentare di colmare un vuoto la cui responsabilità non è individuale, ossia di chi come lui pensa di poter contribuire a risolvere un problema dalle dimensioni immani, ma è degli Stati.

E allora il suo appello ha un senso logico.

Ma dalla logica si passa alla realtà: la realtà di una scelta sbagliata e incoerente;

Davide Grasso chiede l’intervento dello Stato:

quello Stato che non riconosce e condanna ma da cui riceve lo stipendio da ricercatore;

quello Stato, a cui sottrae spazi e risorse destinate alla collettività;

quello Stato contro cui punta un dito accusatore non rendendosi conto di supplicarne al tempo stesso l’intervento al fine di vedere realizzato un suo, personale – seppur legittimo e condivisibile – obiettivo.

Tutto questo poggia le basi su un principio sbagliato e contraddittorio: la lotta allo Stato e la pretesa di utilizzo delle sue risorse.

Sono i principi di chi occupa gli spazi in nome dell’Askatasuna.

 

Noi di SiAmo Torino questo non lo vogliamo e allora poniamo alcune domande dirette al Sindaco di Torino, Chiara Appendino che ha mantenuto le deleghe sulla sicurezza non nominando un assessore a ciò preposto in una città che ha seri problemi di sicurezza. Perché?

Come intende risolvere il problema Askatasuna (ma anche quello dell’ex-MOI), che dall’occupazione di uno spazio che è nostro, della cittadinanza, e che lei dovrebbe amministrare, si collega alla morte, all’uso delle armi e alla partecipazione a una guerra? Ha intenzione di porre fine a questo sostegno indiretto all’illegalità? In quale modo?

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Autore dell'articolo: Andrea Peinetti

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