Per una città che cresce.
Per una città sicura.
Per una città aperta al futuro.
Perché #SiAmoTorino
Cara imprenditrice/Caro imprenditore
Ti vogliamo parlare della nostra città, la città in cui tutti noi ogni giorno lavoriamo e dedichiamo il nostro tempo per raggiungere gli obiettivi che con la nostra attività ci siamo dati.
Una città che si è evoluta in questi ultimi anni, passando da città operaia a città del terziario. Non senza sofferenze e senza sacrifici per tutti noi, ma dimostrando di saper cambiare con intelligenza.
Una città che ha avuto, però, una classe politica non all’altezza. Abbiamo avuto grandi occasioni e grandi finanziamenti (le olimpiadi, la smart-city, la città della cultura, la città dello sport) e sicuramente la presenza di turisti di tutto il mondo è cresciuta in modo notevole. Ma nulla di tutto questo, o almeno ben poco, si è trasformato in occasione di rilancio per le attività produttive, da quelle più strettamente commerciali a quelle organizzative e materiali.
Tutto si è risolto con grandi opere, grandi appalti e piccole ricadute sulla città, quando non in opere assolutamente inutili (come minimo esempio, basti pensare al grattacielo della Regione o agli ex Mercati Generali).
Noi pensiamo che sia ora di dire basta. Noi vogliamo cambiare il modo di amministrare la città.
Non siamo politici, non abbiamo mai vissuto di politica. Siamo cittadini come te che non ne possono più di questo modo di gestire il bene pubblico. Abbiamo lanciato il nostro manifesto (www.siamotorino.it) e stiamo raccogliendo molte adesioni entusiaste.
Ora ci rivolgiamo a te. Perché riteniamo che l’imprenditoria sia una parte importante nella gestione di una città e che sia stata trattata in modo indegno, quasi punitivo, negli ultimi anni.
E ci rivolgiamo chiedendoti molto. Ti chiediamo di aderire al nostro manifesto, sottoscrivendolo. Ti chiediamo di diffondere il nostro messaggio a tutte le persone che conosci, perché dobbiamo essere tantissimi per cambiare una politica sempre uguale da trent’anni. E ti chiediamo anche di sostenerci finanziariamente, se vuoi e puoi, perché ci servono risorse per farci conoscere il più possibile.
Noi ti garantiamo in cambio un impegno costante per provare a cambiare Torino. Ti garantiamo il nostro impegno per liberare risorse, oggi tutte impegnate nel mantenimento di caste e privilegi, verso la libera impresa ed il commercio.
Ti garantiamo che metteremo tutto il nostro amore per questa città per renderla più vivibile, per darle occasioni di crescita, per ridare occupazione e dignità alle molte persone che oggi l’hanno persa.
Senza demagogia e con molto impegno, il nostro personale impegno non per una sigla, non per vuoti slogan ma per la nostra città, TORINO.
I sette promotori:
Guglielmo Del Pero, Andrea D’Alessandro, Claudio Bertolotti, Andrea Peinetti, Simone Fissolo, Simone Pia, Fabrizio Labate e tutti gli aderenti, simpatizzanti e firmatari del manifesto.
La SICUREZZA si costruisce insieme
Le politiche di sicurezza devono essere definite e fondate sui bisogni individuali e col-lettivi dei cittadini e non delle istituzioni. La partecipazione dei cittadini deve essere promossa come uno strumento di intervento trasversale, dal momento che permette il coinvolgimento della società civile in tutte le fasi. Il futuro deve essere pensato e realizzato attraverso la piena partecipazione dei giovani.
Ridurre la pressione fiscale, cancellare per tre anni tutte le tasse comunali per le imprese che avvieranno nuove attività artigianali, turistiche o commerciali nella città e assumeranno del personale. Particolare attenzione alle aree periferiche e al recupero di zone in declino. Abbattimento della burocrazia che impedisce la realizzazione di micro imprese e start-up.
Rendere efficienti le imprese a partecipazione pubblica che operano in regime di totale monopolio e forniscono un servizio di scarsa qualità ad alto costo, spesso utilizzate come fonte di consenso elettorale. Affidare i servizi pubblici tramite gara fra imprese concorrenti, attraverso un meccanismo virtuoso che eviti il “massimo ribasso” e conseguente scadimento della qualità del servizio. Il Comune deve tornare ad essere arbitro attento al servizio della comunità, non parte in causa.
Le regole sono e devono essere uguali per tutti. La tolleranza della trasgressione è la base della crea-zione di illegalità che crea il conflitto sociale. L’integrazione deve essere gestita attraverso un approccio attivo di mediazione culturale che sia finalizzato all’inclusione partecipata e produttiva. Priorità di accesso ai servizi a cittadini dell’Unione Europea residenti da almeno tre anni; punti incrementali per cittadini extra UE che abbiano aderito per almeno un anno all’iniziativa di “Inclusione partecipata” (lavori socialmente utili).
L’innovazione e il digitale devono essere al centro delle nostre vite. Vogliamo portare la nostra città nel terzo millennio allo stesso livello delle società più avanzate in tema, per esempio, di illuminazione pubblica, utilizzo ecosostenibile delle risorse, servizi avanzati ai cittadini, cercando risorse anche al di fuori del perimetro pubblico, coinvolgendo coloro che possono sviluppare nuovi progetti e applica-zioni. Vogliamo un ambiente più adatto per generare lavoro, ricchezza, benessere.
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