I flop di Appendino risvegliano Torino

Qualche me fa, a seguito della evidente crisi politica della giunta Appendino, avevamo immaginato una sorta di immobilismo che avrebbe potuto caratterizzare l’azione politica futura paralizzata dai veti incrociati della stessa maggioranza e dall’assenza di un progetto per Torino. La previsione si è in realtà rivelata troppo ottimistica, l’amministrazione è andata ampiamente oltre, fino al punto che sembrerebbe quasi, osservandola oggi, che in qualche modo stia amministrando contro il futuro di Torino. Un obbiettivo è stato sicuramente raggiunto anche se forse l’Appendino non potrà andarne molto fiera: forse mai negli ultimi decenni nella nostra città si era visto un risveglio così forte e numericamente significativo di tutte le categorie sociali e di molti cittadini che stanno, attraverso varie forme di protesta, contestando i provvedimenti dell’amministrazione e in una città come la nostra non è cosa da sottovalutare.

Innumerevoli sono ormai i provvedimenti contestati, ultima in ordine di tempo la vicenda capitata al Club della Scherma, ultracentenaria società sportiva (dotata anche di campi da tennis, piscina e palestra, con attività come l’estate ragazzi che vede la partecipazione di decine di giovani), che si è visto revocare la concessione da parte del Comune, dopo le chiusure effettive o annunciate di attività commerciali come Il Cacao, la Rotonda o il Fluido sembrerebbe quasi che la Giunta abbia deciso di desertificare il parco del Valentino (uno dei più belli d’Europa), significativo che nessuno degli assessori competenti in Comune (l’assessore allo Sport risulta avere anche le deleghe alla sicurezza) si sia accorto che la chiusura di queste attività vuol dire di fatto consegnare gli spazi a degrado e criminalità sottraendoli ai torinesi.

Non va meglio purtroppo alle categorie produttive. Anche in questo caso parrebbe esserci una vera e propria avversione verso chi a Torino cerca di fare impresa tramite l’iniziativa privata, troppo facile sarebbe citare il no alle infrastrutture, a partire dalla Tav; l’imminente applicazione della nuova ZTL senza che la giunta si sia minimamente confrontata con le associazioni di categoria, che risulterebbero le più penalizzate, ha fatto scendere in piazza i commercianti, la delibera di abbattimento di oltre cento dehors ha fatto sprofondare nel panico decine di esercenti che si trovano all’avvio della stagione a dover sostenere costi aggiuntivi o in alcuni casi, pur volendo, non possono adeguare le strutture proprio in un momento non certo felice per la nostra economia.

Altrettanto significative dell’azione amministrativa sono le imbarazzanti posizioni del vicesindaco Montanari, uno degli esponenti di spicco della politica del “no a tutto” quello che riguarda lo sviluppo della città (di qualche giorno fa l’esternazione sul futuro che non sarebbe “il trasporto delle lavatrici”, affermazione che lascia trasparire il tutto il disprezzo per l’iniziativa privata) pronto però a scendere in campo a difesa dell’illegalità delle occupazioni abusive fino ad arrivare a proporre di concedere in gestione gli spazi pubblici proprio a quelli che li hanno abusivamente occupati, si veda il caso della Cavallerizza, mentre per quelli che li valorizzano sarebbe pronta una denuncia in Procura.

In questo contesto di declino il sindaco non trova di meglio che fare cassa proponendo un’ulteriore stangata sulle tasche dei torinesi – aumentando le aliquote (Tari, Cosap e Imu) – che non andrà certo ad aiutare la nostra situazione economica, anche l’improvviso slancio di legalità ritrovato a ridosso delle elezioni con lo sgombero di un campo rom lascia trasparire l’assenza totale di un progetto di medio periodo visto che, per ammissione dello stesso Comune, le persone sgomberate non si sa che fine abbiano fatto e probabilmente hanno solamente cambiato indirizzo del campo come già avvenuto in precedenza. Purtroppo ci tocca constatare che una cosa è la narrazione fatta di slogan che si fa sui social e nelle riunioni ristrette riservate ai propri sostenitori ben altra cosa invece è governare con un progetto di sviluppo per Torino che la faccia rientrare tra le più importanti città europee come la nostra storia richiederebbe, progetto che necessita del coinvolgimento di tutti risvegliando il nostro orgoglio sabaudo per un futuro di crescita e sviluppo e non per difendere continuamente la nostra città da un’ideologia di amministrazione che la porta inevitabilmente verso il declino.

*Guglielmo Del Pero, SiAmo Torino

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Autore dell'articolo: Guglielmo Del Pero

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